Papa Francesco: il pastore della speranza, la voce dei dimenticati.
In un’epoca attraversata da incertezze globali, divisioni e fragilità spirituali, Papa Francesco continua a rappresentare una guida profetica, capace di indicare alla Chiesa e al mondo un cammino di umanità, fraternità e rinnovamento. E lo fa non solo con le parole, ma attraverso gesti concreti, umili, rivoluzionari nella loro semplicità.
Il Giubileo 2025, da lui indetto con la Bolla Spes non confundit ("La speranza non delude"), è l’ennesima conferma di una visione ecclesiale profonda e radicata nel Vangelo. Un Giubileo che non guarda al passato con nostalgia, ma che si proietta nel presente con coraggio, offrendo a tutti – nessuno escluso – una porta aperta verso la misericordia e la speranza.
Il Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”
Eletto il 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio, gesuita argentino, è diventato il primo Pontefice non europeo da oltre un millennio, il primo sudamericano, il primo a scegliere il nome di Francesco, in onore del Poverello di Assisi.
Un nome che fin da subito è diventato programma di pontificato: una Chiesa povera per i poveri, capace di uscire da sé stessa, di incontrare, di abbracciare, di curare le ferite dell’umanità. “Una Chiesa come un ospedale da campo”, ha detto. Non un bastione, ma una tenda spalancata sul mondo.
I pilastri del suo pontificato: misericordia, periferie, ecologia, fraternità
Nel corso di questi anni, Papa Francesco ha seminato nel cuore della Chiesa e della società valori forti, chiari, spesso controcorrente, ma sempre coerenti con il Vangelo:
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La misericordia come stile di vita, non come eccezione. Il Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015 è stato il manifesto di una Chiesa che accoglie, non giudica; che perdona, non esclude.
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L’attenzione agli ultimi, ai poveri, ai migranti, ai detenuti, agli scartati. Per Francesco, la periferia è il centro. “Si vede meglio dalla periferia”, ha detto. E l’ha dimostrato con gesti concreti: lavando i piedi ai carcerati, abbracciando i senzatetto, portando a Roma le famiglie dei profughi.
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La cura della casa comune, con l’enciclica Laudato si’, un testo che ha unito fede e scienza in un appello mondiale per la giustizia climatica e ambientale. Per il Papa, la crisi ecologica è anche crisi spirituale.
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La fraternità universale, sigillata nell’enciclica Fratelli tutti, e nel Documento di Abu Dhabi firmato con l’Imam di Al-Azhar. Francesco crede in un mondo dove le religioni siano strumenti di pace, non di conflitto.
Il Papa del dialogo e del disarmo
Francesco non ha mai avuto paura di toccare i nervi scoperti della politica e della società. Ha parlato contro le guerre, contro il commercio delle armi, contro la cultura dello scarto, contro l’indifferenza. Ha condannato senza mezzi termini la violenza in nome di Dio e ha chiesto ponti, non muri.
Nel suo linguaggio diretto, talvolta scomodo per i potenti, c’è la forza del Vangelo nudo e crudo. E proprio per questo, è oggi una delle poche voci credibili ascoltate anche fuori dalla Chiesa.
Il Giubileo 2025: il suo testamento spirituale?
Molti vedono nel Giubileo 2025 una sorta di testamento spirituale di Papa Francesco. Non perché il suo pontificato sia prossimo alla fine, ma perché questo Anno Santo sintetizza la visione integrale che ha voluto trasmettere:
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Una Chiesa missionaria, che va incontro al mondo
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Un popolo in cammino, senza barriere, senza distinzioni
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Un tempo di speranza, proprio quando la speranza sembra smarrita
Nella Bolla di indizione del Giubileo, il Papa scrive:
“La speranza non è ottimismo ingenuo. È certezza nella promessa di Dio. È luce che rischiara il buio. È fede che cammina anche tra le macerie.”
Il nostro grazie
Come diocesi, come comunità, come fedeli, sentiamo il bisogno di ringraziare Papa Francesco. Non con le parole, ma con la testimonianza. Vivendo questo Giubileo non come spettatori, ma come discepoli. Accogliendo il suo invito a riscoprire la preghiera, la carità, la riconciliazione, il perdono. E restando fedeli a ciò che ci ha insegnato:
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Che ogni persona conta
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Che ogni dolore merita ascolto
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Che ogni giorno è tempo per ricominciare
Una Chiesa che cammina con Francesco
Il nostro omaggio al Papa non è un gesto cerimoniale. È scelta di stile ecclesiale. È fede che prende forma nella vicinanza agli ultimi, nell’attenzione al creato, nella semplicità del cuore.
Con Francesco camminiamo.
Con Francesco ci mettiamo in discussione.
Con Francesco guardiamo il futuro non con paura, ma con speranza.